Gilbert & George premiati alla Biennale dell’Arte Contemporanea di Firenze

Biennale di Firenze: Tim Marlow with Gilbert & George
(Firenze, 18 maggio 2007) La sesta edizione della Biennale dell’ Arte Contemporanea di Firenze che si svolgerà dal 1 al 9 dicembre 2007 nello storico scenario della Fortezza da Basso vedrà la presenza di importanti personaggi artistici, tra i quali Gilbert & George, che riceveranno il premio “Lorenzo il Magnifico” alla carriera, massimo riconoscimento della Biennale.
Nell'edizione 2005 il premio è stato conferito a Christo e Jeanne-Claude e Richard Anuszkiewicz, mentre nel 2003 a David Hockney.

Sull'onda dell'eccezionale successo della mostra che ha appena dedicato loro la Tate Gallery di Londra, Gilbert & George raggiungeranno Firenze a dicembre insieme a Tim Marlow, direttore delle esposizioni della White Cube Gallery di Londra, protagonista delle famose trasmissioni della BBC dedicate al mondo dell'arte Rolf on art, fondatore del periodico Tate Magazine, attualmente collaboratore della rete Channel Five per cui presenta le mostre in corso. Tim Marlow è autore di varie pubblicazioni e monografie dedicate a celebri artisti, da Auguste Rodin a Egon Schiele e ha scritto per numerosi giornali tra cui The Times, The Guardian, The Independent on Sunday, Art Monthly, etc.

Gilbert & George incontreranno gli oltre ottocento artisti partecipanti alla Biennale, provenienti da tutto il mondo, oltre al pubblico dei visitatori della Biennale, per il quale è stato organizzato un ricco calendario di incontri, conferenze e videoproiezioni (tra le quali un video realizzato proprio da Gilbert & George).

La Biennale dal 2001, in collaborazione con le Nazioni Unite, partecipa ufficialmente al programma “Dialogo fra le civiltà”, facendo proprio il pensiero espresso da Kofi Annan:
“Io credo che il dialogo sia una opportunità per le persone provenienti da diverse culture e tradizioni di conoscersi meglio fra loro, sia che vivano negli estremi opposti del mondo sia che vivano nella stessa strada”.

Il Comitato Scientifico Internazionale della Biennale, formato da 20 qualificati membri, stabilisce la partecipazione degli artisti nelle categorie: pittura, scultura, grafica, mixed media, installazioni, fotografia e digital art. La selezione avviene senza alcun pregiudizio di stile, scuola o corrente. Gli artisti non vengono selezionati secondo l’ottica della rappresentatività nazionale ma, secondo criteri che privilegiano la qualità del loro lavoro creativo ed esaltano i valori culturali da loro rappresentati.

La Giuria Internazionale, che assegna i premi ed i riconoscimenti agli artisti vincitori della mostra, è costituita da autorevoli personaggi, quali Elza Ajzenberg, Direttrice del Museo d'Arte Contemporanea di San Paolo, Brasile; R.B. Bhaskaran, Presidente della Lalit Kala Akademy, National Academy of Art, India; Pasquale Celona, Presidente della Biennale, Firenze; Piero Celona, Vicepresidente della Biennale e responsabile Pubbliche Relazioni, Firenze; Stefano Francolini, Storico dell'arte, Direttore settore restauro Opificio delle Pietre Dure, Firenze; David S. Rubin, Curatore del San Antonio Museum of Art, Texas; Matty Roca membro AICA e Presidente del Consiglio per le arti di Cancun Quintana Roo, Messico; Rosa Tejada, Educator del Metropolitan Museum di New York; Gregorio Luke, direttore del MOLAA di Long Beach California; Dominique Edouard Bacheler, Professore di storia dell'arte e critico, Parigi, Francia; Emanuel von Lauenstein Massarani, direttore artistico della Biennale, critico d'arte, sovrintendente del patrimonio culturale del parlamento di San Paolo e segretario di stato per il recupero dei beni culturali di San Paolo, Brasile.
La Biennale Internazionale dell’Arte Contemporanea di Firenze è organizzata da Arte Studio (www.florencebiennale.org).

Gilbert & George

Gilbert Proesch nasce nel 1942 a San Martino sulle Dolomiti, un anno dopo nel Devonshire nasce George Passmore. Sarà la St. Martin School of Art of London, dove entrambi studiano scultura, a farli incontrare nel 1967. Singing sculpture, la loro prima rappresentazione davanti agli studenti della scuola, risale al 1969. Si presentano come sculture viventi rinunciando al cognome e alla loro identità “perché veniamo dal nulla e dove andiamo nessuno lo sa”, dicono.
Il 1971 è l’anno della loro prima personale, presentano infatti le loro prime grandi immagini in bianco e nero alla Whitechapel di Londra, alla Kunstverein di Düsseldorf e allo Stedelijk di Amsterdam. Il successo arriva nel 1972 quando furono invitati alla rassegna Documenta di Kassel e il Daily Mirror li proclama “il grande, nuovo fenomeno del mondo dell’arte”. Nel 1976 la prima mostra museale negli USA, all’Albrightknox di Buffalo.
Nel 1977 smettono di mostrarsi come sculture viventi e la loro produzione di grandi collage di immagini, con struttura a griglia e i loro ritratti sempre presenti, comincia a subire mutamenti. Inizialmente erano solo in bianco e nero, poi viene aggiunto il rosso come simbolo della disperazione, improvvisamente nel 1980 diventano coloratissimi. Nello stesso anno partecipano alla Biennale di Venezia. Nel 1986 ricevono il Turner Prize della Tate di Londra. Dal 2003 iniziano ad usare tecnologie digitali per sperimentare effetti diversi come il raddoppiare la stessa metà dei volti. All’inizio proiettavano le immagini su carta sensibile. Nel 2007 la Tate Modern di Londra li ospita per un’enorme retrospettiva mai dedicata ad artisti viventi. Ulteriore celebrazione del loro percorso artistico sarà l’assegnazione del premio “Lorenzo il Magnifico” alla carriera alla VI Edizione della Biennale dell’Arte Contemporanea di Firenze.
Della loro vita privata si sa che vivono come la maggior parte degli inglesi, si trovano sull’elenco del telefono e li si incontra sull’autobus. Tra le tematiche più rappresentate: la religione, il sesso, i problemi razziali e l'identità di ciascun individuo. Poi protagonista è la metropoli, le tensioni e i desideri che sorgono nell'incontro-scontro tra diverse etnie, valori e costumi.
Ma ciò che connota la loro arte è il concetto di incastonare nell'esperienza artistica tutta la vita dell'uomo, ogni momento, ogni singolo individuo compresi loro stessi. Così nasce l'"Art For All", cioè l'arte per tutti, un concetto sviluppato nel contesto urbano dell'East End di Londra dove hanno vissuto e lavorato per quarant'anni e che rimane la loro principale fonte di ispirazione. Un concetto che non esclude dalla rappresentazione artistica proprio nulla, neppure le cose più rivoltanti o quelle innominate per eccessivo perbenismo. Un'arte che non esclude i fluidi corporali, il sangue ma neppure le feci, esempi di Body Art.
Negli anni 80 dedicarono alcuni dipinti alle molecole di sangue intitolandoli For Aids e nel 2007 alla Tate Six Bomb Pictures rappresentano Londra sotto gli attentati terroristici del giugno 2005. Per Gilbert l’arte non è altro che una rielaborazione della vita, e deve necessariamente avere anche una funzione educativa, indicando la strada per superare qualsiasi tabù, religioso, culturale o sociale.

Per ulteriori informazioni www.florencebiennale.org

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CS

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