Un’altra splendida esposizione nell’ambito della Biennale Internazionale di Cultura Vie della Seta
Saranno il Ministro della Cultura e del Turismo azerbaigiano Garayev Aboul Fas Mursal Oglu e il Sovraintendente ai Beni Culturali Umberto Broccoli ad inaugurare lunedì 13 febbraio a mezzogiorno, presso il Museo della Civiltà Romana di piazza Agnelli 10, la mostra “Azerbaigian. La terra di fuochi sulla via della seta”, un viaggio indimenticabile lungo le antiche vie carovaniere alla scoperta di nuovi tesori del territorio azerbaigiano.
L’esposizione, organizzata nell’ambito della Biennale Internazionale di Cultura Vie della Seta, un evento realizzato grazie alla sinergia tra il Ministero degli Affari Esteri, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Roma Capitale, è promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico – Sovraintendenza ai Beni Culturali, andrà avanti fino al 15 aprile. I servizi museali sono di Zètema Progetto Cultura.
Nel padiglione, fortemente voluto dalla Repubblica azerbaigiana in omaggio a Roma e all’iniziativa Via della Seta, saranno esposti oggetti rappresentativi della storia dell’Azerbaigian, una collezione composita che fotografa la varietà dei legami culturali, storici ed economici di un territorio che fin dall’antichità è stato crocevia di culture e flussi migratori. La Via della Seta rappresenta infatti per il popolo azerbaigiano il riflesso e il motore dei progressi registrati nel campo della cultura, del commercio e della scienza. Il Padiglione mette infatti in mostra tessuti di incredibile bellezza, manufatti in rame, gioielli unici, antiche rappresentazioni rupestri, strumenti musicali di epoche lontane e i celebri foulard-kyalagai di seta.
Tra gli oltre sessanta oggetti esposti si segnalano tra l’altro l’antichissima pietra dipinta con figure umane risalente al 3000 avanti Cristo e alcuni preziosissimi tappeti artigianali risalenti al diciannovesimo secolo.
Le città dell’Azerbaigian erano note per essere importanti centri culturali, scientifici e formativi. Qui nacquero e si svilupparono tutti i mestieri a noi conosciuti: la tessitura dei tappeti e della seta, il ricamo artistico, la lavorazione dei metalli e l’arte dei gioielli, l’estrazione del sale e la coltivazione del cotone, la preparazione delle tinture naturali e la fabbricazione delle armi, la selleria e l’edilizia. Dall’Azerbaigian uscivano petrolio e tappeti, seta grezza e tessuta, cotone e armi, frutta secca e sale, pietre preziose e gioielli, allume, zafferano, tinture naturali, ceramica policroma e utensili di legno.
Saranno il Ministro della Cultura e del Turismo azerbaigiano Garayev Aboul Fas Mursal Oglu e il Sovraintendente ai Beni Culturali Umberto Broccoli ad inaugurare lunedì 13 febbraio a mezzogiorno, presso il Museo della Civiltà Romana di piazza Agnelli 10, la mostra “Azerbaigian. La terra di fuochi sulla via della seta”, un viaggio indimenticabile lungo le antiche vie carovaniere alla scoperta di nuovi tesori del territorio azerbaigiano.
L’esposizione, organizzata nell’ambito della Biennale Internazionale di Cultura Vie della Seta, un evento realizzato grazie alla sinergia tra il Ministero degli Affari Esteri, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Roma Capitale, è promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico – Sovraintendenza ai Beni Culturali, andrà avanti fino al 15 aprile. I servizi museali sono di Zètema Progetto Cultura.
Nel padiglione, fortemente voluto dalla Repubblica azerbaigiana in omaggio a Roma e all’iniziativa Via della Seta, saranno esposti oggetti rappresentativi della storia dell’Azerbaigian, una collezione composita che fotografa la varietà dei legami culturali, storici ed economici di un territorio che fin dall’antichità è stato crocevia di culture e flussi migratori. La Via della Seta rappresenta infatti per il popolo azerbaigiano il riflesso e il motore dei progressi registrati nel campo della cultura, del commercio e della scienza. Il Padiglione mette infatti in mostra tessuti di incredibile bellezza, manufatti in rame, gioielli unici, antiche rappresentazioni rupestri, strumenti musicali di epoche lontane e i celebri foulard-kyalagai di seta.
Tra gli oltre sessanta oggetti esposti si segnalano tra l’altro l’antichissima pietra dipinta con figure umane risalente al 3000 avanti Cristo e alcuni preziosissimi tappeti artigianali risalenti al diciannovesimo secolo.
Le città dell’Azerbaigian erano note per essere importanti centri culturali, scientifici e formativi. Qui nacquero e si svilupparono tutti i mestieri a noi conosciuti: la tessitura dei tappeti e della seta, il ricamo artistico, la lavorazione dei metalli e l’arte dei gioielli, l’estrazione del sale e la coltivazione del cotone, la preparazione delle tinture naturali e la fabbricazione delle armi, la selleria e l’edilizia. Dall’Azerbaigian uscivano petrolio e tappeti, seta grezza e tessuta, cotone e armi, frutta secca e sale, pietre preziose e gioielli, allume, zafferano, tinture naturali, ceramica policroma e utensili di legno.
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