Luigi Crespi, direttore dell'omonimo istituto "Crespi ricerche" ha annunciato di voler lasciare il mondo dei sondaggi per dedicarsi alla comunicazione
Luigi Crespi di Crespi Ricerche ha annunciato la sua decisione di dire addio al mondo dei sondaggi e delle ricerche, per dedicarsi a tempo pieno alla comunicazione. "Progressivamente, con il tempo, il comunicatore ha prevalso sul ricercatore, lo spin-doctor sul sondaggista. In vent'anni di sondaggi, tanti successi e anche sonore sconfitte, ma tutte medaglie appese al petto. Ho avuto tanti clienti, in Italia e nel mondo, a tutti i livelli: dalle aziende alle multinazionali, dai partiti ai singoli politici " ha spiegato Crespi al quotidiano online Clandestinoweb.
"Ora, però, sono convinto che misurare il consenso e creare le condizioni per accrescerlo siano diventate due attività incompatibili. Il rischio è di non essere credibile come misuratore del consenso quando si è deputati anche alla ricerca per accrescerlo, attività che preferisco di gran lunga. In Italia ho contribuito a definire un mestiere, quello del sondaggista, che in molti oggi fanno bene".
Quindi Luigi Crespi conclude: "Adesso scelgo di rompere un'ambiguità e di lasciare il mondo dei sondaggi e delle ricerche per concentrarmi con forza nella comunicazione. Continuerò ad analizzare i dati e ad interpretarli, magari utilizzando le nuove tecnologie e le diverse piattaforme che il mercato oggi fornisce".
Luigi Crespi di Crespi Ricerche ha annunciato la sua decisione di dire addio al mondo dei sondaggi e delle ricerche, per dedicarsi a tempo pieno alla comunicazione. "Progressivamente, con il tempo, il comunicatore ha prevalso sul ricercatore, lo spin-doctor sul sondaggista. In vent'anni di sondaggi, tanti successi e anche sonore sconfitte, ma tutte medaglie appese al petto. Ho avuto tanti clienti, in Italia e nel mondo, a tutti i livelli: dalle aziende alle multinazionali, dai partiti ai singoli politici " ha spiegato Crespi al quotidiano online Clandestinoweb.
"Ora, però, sono convinto che misurare il consenso e creare le condizioni per accrescerlo siano diventate due attività incompatibili. Il rischio è di non essere credibile come misuratore del consenso quando si è deputati anche alla ricerca per accrescerlo, attività che preferisco di gran lunga. In Italia ho contribuito a definire un mestiere, quello del sondaggista, che in molti oggi fanno bene".
Quindi Luigi Crespi conclude: "Adesso scelgo di rompere un'ambiguità e di lasciare il mondo dei sondaggi e delle ricerche per concentrarmi con forza nella comunicazione. Continuerò ad analizzare i dati e ad interpretarli, magari utilizzando le nuove tecnologie e le diverse piattaforme che il mercato oggi fornisce".
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