Roberto Mangú - codex studio 2011 |
Mar Adentro evoca anche quel rapporto particolare che l’artista intrattiene con il Mare interiore che è anche il nostro: il Mediterraneo, uno spazio con cui si sono misurati poeti, scrittori, cineasti. Aragon scriveva: «Ciò che è stato sarà, purché ce ne ricordiamo». Mangú ricorda l’antica storia rinforzata da un presente rovente, attraverso un percorso di circa venti opere.
L’artista
Il suo nome completo è Roberto Mangu Quesada, spagnolo e francese. Nato nel 1948 a Parigi, vive e lavora tra Italia, Francia e Spagna. La sua pratica artistica si è sviluppata tra Siviglia, Madrid, Milano, Bruxelles e Parigi, ed è sempre stata profondamente contraddistinta dalle sue origini mediterranee. E da quasi trent’anni il lavoro di Roberto Mangú, attraverso la sua visione della Permanenza, sviluppa una riflessione sull’uomo, sullo spazio e sul tempo. Philippe Daverio scrive a proposito della sua pittura: «Ciò che mi ha colpito, la prima volta che ho visto i tuoi quadri, è lo spirito feroce, ribelle e indomabile che li animava. (…) Ciò che ho apprezzato in modo quasi ottuso è la tua fede, anch’essa quasi ottusa, nella virtù benefica e giovevole della pittura nella sua versione più classica di linguaggio per gli appassionati della materia colorata. (…) Tu non hai ricominciato a dipingere. Tu hai sempre dipinto. E persisti nel dipingere a modo tuo, con tanto vigore. La tua visione fisica e corporale, la tua visione metafisica, è come le tue radici lontane nelle vie di Parigi, quelle dei gitani, (…) vive ancora in una roulotte insieme a un mangiatore di spade e sogna l’arrivo di un’improbabile Carmen che gli farà girar la testa verso la luce…» («Lettera al mio caro Roberto Mangú», in Roberto Mangú. Permanenza, ed. ShinFactory, Brescia, 2007, p. 6).
La mostra è illustrata da un catalogo che ripropone il saggio di Roberto Mangú, pubblicato nel catalogo Hazan, contiene una introduzione di Philippe Daverio, un testo di Véronique Serrano e un testo di Dominique Stella. Catalogo pubblicato da Fondazione Gruppo Credito Valtellinese e Fondazione Brescia Musei.
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