Si è recentemente inaugurata la mostra presso il Museo Archeologico Regionale di Aosta dedicata al maestro Lucio Fontana.
Aperta al pubblico dal 12 Aprile 2019 al 22 Settembre 2019 ha per titolo Lucio Fontana. La sua ombra lunga, quelle tracce non cancellate.
L’esposizione si propone di evidenziare, in un periodo compreso tra la fine degli anni quaranta e il 1968, quelle tematiche che più hanno rappresentato un nuovo modo di concepire l’arte di Lucio Fontana partendo da un corpus rilevante di circa trenta opere dell’artista, tra tele, ceramiche e carte.
La ricerca del Maestro rappresenta, per molti aspetti, un vero e proprio incipit dell’arte contemporanea, un luogo imprescindibile che, secondo molteplici declinazioni, ha ispirato alcuni tra i linguaggi artistici più importanti che dagli anni cinquanta del secolo scorso giungono sino a oggi. In quest’ottica i curatori hanno identificato alcuni artisti (da Piero Manzoni a Agostino Bonalumi e Enrico Castellani, da Alberto Biasi a Gianni Colombo, da Mario Deluigi a Tancredi Parmiggiani e Gino Morandis, da Roberto Crippa a Gianni Dova, sino a Giuseppe Santomaso, Ettore Spalletti, Nunzio, Ben Ormenese, Sandro Martini, Edmondo Bacci, Virgilio Guidi, Vinicio Vianello, Cesare Peverelli, Dadamaino, Paolo Scheggi, Umberto Mariani, Turi Simeti, Remo Bianco, Paolo Radi, Felice Canonico, Ivano Fabbri, Jorrit Tornquist, Emanuela Fiorelli, Claudio Rotta Loria, Domenico D’Oora, Marcello De Angelis, Fernando Picenni, Giovanni Lombardini, Saverio Rampin, Ennio Finzi e Riccardo Licata) attraverso i quali costruire un percorso espositivo in grado di approfondire le significative linee di ricerca e i nuclei tematici in cui è possibile riconosce la lunga ombra di Fontana.
Due importanti opere di Umberto Mariani sono presenti in mostra e nel relativo catalogo.
Umberto-Mariani.it
facebook.com/marianiartista/
Aperta al pubblico dal 12 Aprile 2019 al 22 Settembre 2019 ha per titolo Lucio Fontana. La sua ombra lunga, quelle tracce non cancellate.
L’esposizione si propone di evidenziare, in un periodo compreso tra la fine degli anni quaranta e il 1968, quelle tematiche che più hanno rappresentato un nuovo modo di concepire l’arte di Lucio Fontana partendo da un corpus rilevante di circa trenta opere dell’artista, tra tele, ceramiche e carte.
La ricerca del Maestro rappresenta, per molti aspetti, un vero e proprio incipit dell’arte contemporanea, un luogo imprescindibile che, secondo molteplici declinazioni, ha ispirato alcuni tra i linguaggi artistici più importanti che dagli anni cinquanta del secolo scorso giungono sino a oggi. In quest’ottica i curatori hanno identificato alcuni artisti (da Piero Manzoni a Agostino Bonalumi e Enrico Castellani, da Alberto Biasi a Gianni Colombo, da Mario Deluigi a Tancredi Parmiggiani e Gino Morandis, da Roberto Crippa a Gianni Dova, sino a Giuseppe Santomaso, Ettore Spalletti, Nunzio, Ben Ormenese, Sandro Martini, Edmondo Bacci, Virgilio Guidi, Vinicio Vianello, Cesare Peverelli, Dadamaino, Paolo Scheggi, Umberto Mariani, Turi Simeti, Remo Bianco, Paolo Radi, Felice Canonico, Ivano Fabbri, Jorrit Tornquist, Emanuela Fiorelli, Claudio Rotta Loria, Domenico D’Oora, Marcello De Angelis, Fernando Picenni, Giovanni Lombardini, Saverio Rampin, Ennio Finzi e Riccardo Licata) attraverso i quali costruire un percorso espositivo in grado di approfondire le significative linee di ricerca e i nuclei tematici in cui è possibile riconosce la lunga ombra di Fontana.
Due importanti opere di Umberto Mariani sono presenti in mostra e nel relativo catalogo.
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